Accogliamo la sentenza odierna
della Corte Europea dei diritti dell’Uomo con grande soddisfazione e, al
contempo, con grande sofferenza per il nostro Paese. Tre casi
su sette, decisi dalla Corte con questa sentenza pilota, sono casi che
abbiamo seguito nell’ambito dell’iniziativa assunta dal Comitato Radicale per la Giustizia Piero Calamandrei.
C’è soddisfazione, politica e professionale,
perché si tratta di una sentenza adottata con la procedura della
sentenza pilota; per cui la Corte, rigettando tutte le difese avanzate
dal Governo Italiano, alcune persino imbarazzanti, certifica
ufficialmente l’esistenza di un problema strutturale all’origine della
violazione dei diritti umani dei detenuti ed invita l’Italia, entro un
anno di tempo, ad individuare una soluzione a questo problema che la
pone strutturalmente al di fuori della Convenzione Europea dei diritti
dell’Uomo.
In questo contesto la Corte avvisa
l’Italia che sono centinaia i ricorsi in attesa di essere decisi, che il
loro numero è in continuo aumento e che la loro trattazione rimarrà
sospesa per un anno in attesa dei provvedimenti che l’Italia adotterà,
invitando altresì lo Stato a sensibilizzare la magistratura nel senso di
ampliare il ricorso alle misure alternative al carcere e a ridurre
l’anomalia tutta Italiana per cui il 40% dei detenuti sono presunti
innocenti in attesa di giudizio.
C’è sofferenza perché sono cittadino di un Paese che viola strutturalmente i diritti umani.