INVADIAMO LA REGIONE DI ONESTÀ, CAPACITÀ,TRASPARENZA, LEGALITÀ.



mercoledì 26 ottobre 2011

Rossodivita, sconvocazione d’imperio del Consiglio è un atto gravissimo

Dichiarazione del Consigliere regionale Giuseppe Rossodivita,Capogruppo Lista Bonino Pannella Federalisti europei

E’ gravissimo sotto il profilo istituzionale e regolamentare che, senza che sia stata fornita alcuna motivazione, neppure di facciata e solo qualche ora dopo che si è tenuta la Conferenza dei Capigruppo nel corso della quale nulla era stato detto in proposito, il Presidente del Consiglio Mario Abbruzzese abbia proceduto d’imperio alla sconvocazione del Consiglio convocato, da giorni, per domani 26 ottobre 2011. Ancora una volta, purtroppo, il Presidente non si comporta come garante del Consiglio quale Istituzione e dei singoli consiglieri eletti, bensì come garante dei desiderata della sola maggioranza e della Giunta. Sotto il profilo politico la sconvocazione del Consiglio dimostra, ove ve ne fosse ancora bisogno, che la maggioranza uscita vincitrice dalle urne è implosa ed è incapace di gestire persino i semplici lavori del Consiglio. Sino ad ora solamente quando c’è stato l’ordine perentorio della Presidente Polverini si è approvato qualcosa di simile ad una legge: di solito a colpi di submaxiemendamenti, di solito incostituzionale.

Dimissioni assessori PdL: magari fossero irrevocabili

Dichiarazione dei Consiglieri regionali Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo, Lista Bonino Pannella Federalisti europei

Le dimissioni degli assessori del PDL del Lazio finiranno in una sceneggiata. Magari fossero dimissioni irrevocabili. Anche la restituzione delle deleghe è una sceneggiata, posto che fino a poco tempo fa la Presidente Polverini non aveva dato alcuna delega, salvo che al suo Assessore Cetica.

Prenda atto la Presidente che ha fallito sul Piano Casa, così come ha fallito sull’altra legge proposta dalla Giunta e relativa alla disciplina dei campeggi. Prenda atto la Presidente che ha fallito perché la sua maggioranza ha voluto calpestare non solo le regole del Consiglio, ma con arroganza e protervia, ha voluto calpestare persino la Costituzione.

Il capogruppo del PDL Franco Fiorito, in aula durante la discussione estiva del Piano casa e dell’assestamento di Bilancio ebbe a dire che i Radicali, con la Costituzione sotto un braccio e il Regolamento del Consiglio sotto l’altro, impedivano di fare politica, appellandosi, per fare ostruzionismo, alle regole.

E affermò, in termini davvero emblematici: “le regole non sono l’oggetto del nostro lavoro”.

Bene, oggi abbiamo la dimostrazione lampante di ciò che accade a voler fare leggi e più in generale amministrazione e politica senza rispettare le regole.

Qualsiasi manager o dirigente privato che avesse causato alla propria azienda i danni che questa classe dirigente della maggioranza sta causando alla nostra povera regione Lazio sarebbe stato mandato a casa ed avrebbe faticato non poco a trovare un qualsiasi altro posto di lavoro.

Il Piano Casa è in realtà un piano palazzinari contro qualsiasi razionalità urbanistica. il governo lo fermi

Dichiarazione dei Consiglieri regionali Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo, Lista Bonino Pannella Federalisti europei

In questo momento si sta svolgendo l'ultimo Consiglio dei Ministri per sollevare in tempo utile il conflitto di costituzionalità sulla legge del cosiddetto "piano casa", legge regionale concepita e fatta approvare in manifesta violazione delle regole assembleari dalla Giunta Polverini e dalla maggioranza consiliare che la sostiene.

Il Piano Casa è in realtà non un Piano per la stanzetta in più, ma per un Palazzo in più; e va contro qualsiasi razionalità urbanistica.

Ci auguriamo che i ministri Galan e Prestigiacomo, esercitando appieno le competenze derivanti dalla responsabilità ministeriale loro affidata, anche sulla base di una memoria inviata da tutti i gruppi consiliari dell'opposizione alla loro attenzione, siano efficaci nel convincere il consiglio tutto nell'impugnare la legge;

ci auguriamo che le ragioni di merito, quali la tutela dell'ambiente e del paesaggio contro appetiti cementiferi che nulla hanno a che fare con l'emergenza abitativa demagogicamente richiamata a mo' di cantilena dai fautori del piano casa, consentano questo atto di "buon governo".

Quando era in discussione la legge con migliaia di emendamenti conquistammo il tempo perché ne giungesse una eco al ministro Galan che fin da allora rilevò grossi vizi di cositituzionalità; sempre in quelle ore come opposizione indicammo i punti controversi dando la massima disponibilità a lavorare ad un concreto superamento delle forzature del testo. Oggi il governo potrebbe salvare la Regione da una ancora più gravosa condizione, probabile, che la Corte Costituzionale dichiari, in base ad un ricorso incidentale, la legge incostituzionale tra qualche mese.

Se dovesse accadere, accadrà a cantieri aperti gettando nel marasma più totale i cittadini e le imprese del Lazio, questa maggioranza, questa Giunta ne sarà l'unica responsabile, e purtroppo non per la prima volta, visto quanto accadde con la legge sugli accreditamenti in materia di sanità, anche quella impugnata dal Gov

venerdì 21 ottobre 2011

Rifiuti, scacco matto di Cerroni alla Polverini

Dichiarazione dei Consiglieri regionali Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo, Lista Bonino Pannella Federalisti europei

Il Consiglio straordinario di oggi è stato davvero istruttivo soprattutto perché si è tenuto in contemporanea all’audizione di vari soggetti presso la Commissione presieduta dall’On. Pecorella, che si occupa delle ecomafie presso la Camera dei Deputati. Dal combinato disposto di quanto ascoltato in aula qui alla Pisana con quanto dichiarato in particolar modo dal Cerroni presso la Commissione emerge chiaramente un quadro di questo tipo. Cerroni aveva opzionato il terreno di Quadro Alto e il Prefetto Pecoraro non lo sapeva. Pochissimi giorni dopo il decreto del Prefetto che ha indicato la discarica di Quadro Alto a Riano come la più importante tra le due provvisorie per far fronte al dopo Malagrotta la Co.la.ri di Cerroni, già proprietaria e gestore di Malagrotta, ha acquistato il terreno di quadro alto, a quanto pare condizionando l’efficacia dell’acquisto al fatto che sul terreno entro dieci anni si realizzi una discarica.

Il Prefetto, rimproverato dall’On. Pecorella, per bocca della Polverini, ha detto che agirà con l’esproprio.

Il Cerroni per bocca sua ha detto che se la vedranno gli avvocati.

Fino a qui il profilo relativo alla proprietà.

Quanto al profilo della gestione della discarica l’assessore Di Paolo ha detto che si agirà con gara comunitaria.

Il Cerroni ha detto che lui non parteciperà ad alcuna gara, e dunque probabilmente impugnerà il bando, avendo la Co.la.ri diritto in qualità di proprietaria del terreno, a gestire direttamente la discarica.

E questa è la situazione relativa alla gestione della prospettata discarica di Riano. Dal punto di vista amministrativo Cerroni pare proprio aver fatto scacco matto alla Polverini.

È infatti evidente che se non si raggiunge l’accordo con la Co.la.ri quanto al profilo della gestione la discarica di Riano non aprirà e Malagrotta non chiuderà fino a quando non sarà risolta la querelle solo oggi iniziata.

Comunque la si veda tantissimi soldi continueranno a finire nelle casse della Co.la.ri perché ove Cerroni dovesse mettersi di traverso nel breve volgere di due o tre giorni si arriverebbe alla situazione Napoletana. Allo stato delle conoscenze appare chiaro che questa giunta è stata assolutamente incapace di rompere il monopolio della Co.la.ri e del Cerroni.

Rifiuti, un patto per e con i cittadini

Dichiarazione dei Consiglieri regionali Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo, Lista Bonino Pannella Federalisti Europei

La Regione Lazio si sta avviando verso una pericolosa emergenza rifiuti. La più volte preannunciata chiusura di Malagrotta, questa volta sembra finalmente concretizzarsi. Ma a sostituire la discarica più grande d’Europa, saranno altri invasi, a conferma che la politica regionale negli ultimi undici anni non è stata capace di avviare un ciclo virtuoso dei rifiuti come più volte Bruxelles ci ha chiesto. I partiti di centro, di destra e di sinistra, tranne i Radicali, hanno avuto ruoli strategici sia in Regione Lazio che al Comune di Roma, ma nessuno ha lasciato un segno positivo su questa materia. La decisione del Prefetto Pecoraro, che per volere della Presidente Polverini, è stato nominato dal Governo commissario per la chiusura di Malagrotta e l’individuazione di più siti “temporanei”, sta portando molteplici comitati dei cittadini alla mobilitazione per scongiurare l’apertura dell’ennesima discarica e per avviare un progetto denominato: “Rifiuti zero”. Capiamo e sosteniamo quei cittadini che non vogliono né altre discariche e né altri inceneritori.

A supporto di questa denuncia, la Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti ha prodotto un feroce resoconto del disastro partitocratico di questi anni che ha avuto come fine ultimo quasi esclusivamente l’autorizzazione di volumetrie straordinarie di discariche. Il testo si conclude lanciando l’allarme di un’imminente emergenza. Proprio per evitarla, anche se all’opposizione e non complici di questo disastro, facciamo una proposta: la presidente Polverini sottoscriva un patto chiaro per e con i cittadini. Tale accordo dovrebbe prevedere lo stanziamento - già nella finanziaria da approvare entro il 31 dicembre del 2011- di quei fondi necessari a: intraprendere un programma di riduzione dei rifiuti ad iniziare dalla pubblica amministrazione, avviare la raccolta differenziata porta a porta in tutti i comuni del Lazio, costruire e ammodernare gli impianti di compostaggio necessari a supportare il programma straordinario di recupero del materiale umido, rendere economicamente sconveniente conferire il “tal quale” in discarica, favorire un mercato delle materie prime seconde e del compost, monitorare in continuo i fumi degli inceneritori e aumentare i controlli dell’Arpa sulle discariche. Questo è il patto che chiediamo alla Polverini di proporre ai cittadini. Senza questo, nessun cittadino dei territori interessati si fiderà della tanto decantata provvisorietà.

lunedì 17 ottobre 2011

Radicali non hanno salvato il Governo: storia del primo pogrom digitale di massa

di Vittorio Zambardino.

Ex responsabile strategie internet presso il Gruppo Editoriale L'Espresso. Cura la rubrica Scene Digitali in forma di blog su Repubblica.it e Zetavu all'interno dei blog di Kataweb.

Partiamo dalle prossime ore: non vorrei che nel corso della manifestazione "indig-nada" di Roma, quella dei 200 mila annunciati, ci fosse qualche testa calda che vada a tentar qualcosa contro la sede radicale. Nelle prime ore a ridosso della votazione, è successo anche questo: che su Twitter qualcuno dava l'indirizzo e si fermava lì: lasciava alla creatività delle masse il prosieguo dell'azione. Quello di oggi contro i radicali è stato un vero pogrom. Il primopogrom digitale di massa.

Le mie simpatie radicali non c'entrano. C'entra che quella notizia, che ancora adesso, a 5 ore dal voto di Monte Citorio (si scrive con due parole, sì) flotta nella rete: che i radicali hanno salvato il governo. E' falsa, ma non c'è niente da fare: domani lo scriverà un bel po' di giornali, il Fatto Quotidiano in testa, e di osservatori. E qui la discussione potrebbe prendere due direzioni.

Direzione politica pura, si può essere d'accordo o no: ma i radicali sono sempre stati chiari sul punto. Hanno sempre condannato ogni aventinismo, perché il rispetto formale dell'istituzione e della legge sono il solo rispetto sostanziale possibile della democrazia. Fuori dalla forma non c'è democrazia: sembra arabo ad orecchie e bocche che in queste ore dicono che il Presidente della Repubblica dovrebbe sciogliere d'autorità il Governo, cioè fare un colpo di stato (un giorno si dovrà fare questa riflessione, che la scuola italiana sforna gente che non conosce la Costituzione e non capisce la differenza tra diritto e potere, tra le regole che valgono per tutti e l'interesse di parte o individuale). Ma forse è meglio seguire l'altra direzione.

Occupiamoci del processo sociale di costruzione della menzogna, del suo "making" nel tempo reale della rete e dei media. Che contiene assurdità e paradossi che non toccano i suoi fedeli talebani.

E' vero, è perfino marginale che i radicali non siano stati decisivi nella votazione di oggi. Lo fossero stati, avrebbero ragione lo stesso: perché se non hai la forza politica per far cadere secondo le regole un governo, non è corretto che quel governo cada. Io personalmente penso che debba cadere al più presto. Ma alla fine di uno scontro politico. E se alla fine dello scontro politico quelli hanno la maggioranza e tu non hai la forza per farli cadere, questo sarà anche - oltre che frutto di scilipotismo - il segno che tu, opposizione, hai dei problemi? Nella fattispecie - nella versione radicale - sarà segno di una "equipollenza" qualitativa con quegli altri, un "essere regime", che dovrebbe far riflettere, non sputar veleno.

Ci sarebbe da aggiungere, se passiamo alla sostanza, che tutto questo avviene perché i radicali devono essere allontanati: questo è uno dei prezzi da pagare all'intesa con Casini e con i cattolici.

Ma dove sta il pogrom? In questo, che una serie di siti - purtroppo anche quelli di Repubblica e delCorriere, così come del Post - hanno avallato la balla del salvataggio radicale del governo: tutti possono sbagliare, ma dirlo e ripeterlo cinque ore dopo è una scelta professionale e politica: si sceglie un capro espiatorio, si indirizza la discussione, si aizzano le canizze.

Dire perché lo hanno fatto sarebbe un altro pezzo. Dire che questo modo di informare ha scatenato un processo sommario di massa è il minimo che si possa dire: una "dinamica" che la dice assai triste e lunga sul futuro "democratico" della rete e sull'onestà dei giornali di bandiera.

Molto poco e per molto poco tempo si sono sentite le voci delle vestali funzionarie della lotta per la libertà antiberlusconiana, i sempre pronti all'urlo contro la censura in rete, aiuto, oddio, ci tolgono la libertà, avevano tutti un week end lungo. Qualcuna è partita e si è fermata, si sentiva in fuori gioco. Un'altra prova che da tempo c'è chi lavora sulla rete per torcerla a strumento di manipolazione di massa. Brutta storia. Brutta fine.

Sulla grottesca caccia ai Radicali

S’è consumata la messa in scena dell’ennesimo sostegno posticcio al Governo Berlusconi. Bersani per una volta ci ha azzeccato: “di fiducia si muore” ha sintetizzato. Al netto delle votazioni, i deputati che sostengono la maggioranza di centrodestra sono diminuiti e, come ha subito notato Termometro Politico, se togliamo i voti dei ministri, che possono partecipare solo saltuariamente alle votazioni, di fatto Pdl e Lega Nord sono congenitamente in minoranza, anche in Parlamento e non solo nelle intenzioni di voto. Una coalizione con questi numeri può reggersi giorni, al massimo settimane e noi di sinistra dovremmo saperne qualcosa (Do you remember Romano Prodi II?).

Ce ne sarebbe abbastanza per prepararsi a succedere al peggior governo di sempre, invece in casa Democratica hanno deciso di lanciarsi in una grottesca caccia alle streghe, accusando i sei deputati Radicali d’essere “inaffidabili” e “stronzi”, in quanto, una volta raggiunto il numero legale1, sono entrati e hanno votato contro la fiducia a Berlusconi.

A partire da dichiarazioni infondate e falsificanti rilasciate da numerosi esponenti del Partito Democratico, s’è aperta una caccia alle streghe, che evidentemente coagula nella sua inconsistenza fattuale la rabbia, la delusione e le aspettative di una larga fetta d’Italia che non ne può più della destra e del satrapo di Arcore.

Resta da chiedersi, per i pochi e poche che ancora riescono e vogliono ragionare con la testa e non con gambe e mani, perché dalle parti dei caminetti democratici s’è scelta questa strada pericolosa.

Infatti non si ha memoria che la virginale e neo-barricadera Rosy Bindi abbia mai definito “stronzi” i catto-fondamentalisti del Pd, tra cui la Binetti (altra vergine consacrata alla politica), che si rifiutarono di votare la fiducia al Governo Prodi, in seguito alla proposta dei Dico, né che nei loro confronti sia mai stato posto un problema di “affidabilità” (quanti pesi, quanti sistemi di misurazione, quante morali: una per ogni occasione).

Attenzione però, una spiegazione esiste. Chi racconta balle a proposito d’un presunto collateralismo dei Radicali sostiene altresì la linea centrista del Pd e vorrebbe un accordo con la filo-clericale Udc, in funzione del quale i pannelliani debbono essere necessariamente eliminati, in quanto laici. In più, attaccare i Radicali oggi significa attaccare Veltroni, con cui s’accordarono tre anni fa. In altre parole è tutta una battaglia interna, come al solito, tra d’alemiani/bersaniani e veltroniani; roba misera, come i tempi che viviamo.

Riassumendo: oggi il Pd ha dimostrato d’esser parte del problema di questo ventennio berlusconiano (e d’averne in parte mutuato i modi e le gesta) e che non ne sarà la soluzione.

Uffici Camera: Numero legale è a quota 265. Il servizio Assemblea di Montecitorio rende noto infatti che oggi i deputati in missione sono 50. L’articolo 46 del Regolamento della Camera stabilisce che i deputati in missione sono “computati come presenti per fissare il numero legale”. Da quota 316 va quindi sottratto il numero di 50 più il Presidente Fini che non vota. Il primo deputato radicale che ha votato era il numero 298.

venerdì 14 ottobre 2011

Piano casa, quel voto fu illegittimo come prova situazione Camera

Dichiarazione dei Consiglieri regionali Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo, Lista Bonino Pannella Federalisti europei

Ormai è provato, semmai ce ne fosse stato bisogno, con il voto avvenuto alla Camera sul Rendiconto Generale dello Stato, dove il centrodestra non ha raggiunto la maggioranza e non è riuscito a far approvare l'art. 1: quando un articolo è bocciato da un'aula assembleare non può essere riprodotto e approvato, nello stesso iter legislativo del provvedimento, con un subemendamento identico.

E' quanto abbiamo denunciato essere avvenuto in Consiglio Regionale con il famoso art. 3 ter del Piano Casa, lungo ben tre pagine, che bocciato il giorno prima in aula, è stato riprodotto tale e quale con un subemendamento l'indomani.

Regole basilari del diritto assembleare sono state più volte violate con l'avallo del servizio legislativo del Consiglio, in spregio ai diritti dei consiglieri tutti, per assecondare i desiderata di una Giunta irrispettosa della autonomia dell'organo legislativo.

E' stato un voto illegittimo, che documenteremo al Capo dello Stato quale garante ultimo della legalità Costituzionale, che sarà illustrata da pareri di autorevoli giuristi, e in ogni altra sede nazionale e internazionale.

Non quereliamo perché abbiamo nervi saldi

Dichiarazione dei Consiglieri regionali Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo, Lista Bonino Pannella Federalisti Europei

In merito alle dichiarazioni rilasciate ieri dall’Assessore Ciocchetti, ci corre l’obbligo di ricordare che il gruppo Lista Bonino Pannella ha, da più di un anno, depositato diverse proposte di legge, tra le quali quelle per l’istituzione dell’anagrafe pubblica degli eletti, per la definizione di nuovi criteri di nomina dei Direttori generali delle Asl, per la trasparenza e il controllo del ciclo e della gestione dei rifiuti, per assicurare assistenza indiretta e vita indipendente ai disabili, per la soppressione delle Comunità montane. Nessuna di questa è stata mai discussa dal Consiglio regionale, perché, allora, il Vice Presidente della Giunta non chiede la calendarizzazione di queste proposte? Assessore Ciocchetti non sono queste proposte serie?

Per quanto riguarda, poi, quanto dichiarato ieri dai consiglieri Illuzzi, Miele e Perazzolo su fantomatici costi che avrebbe comportato l’organizzazione della conferenza stampa di Marco Pannella in occasione della seduta straordinaria del Consiglio sull’emergenza carceri, non sappiamo come loro organizzano le conferenze stampa, ma possiamo assicurare che la nostra non ha fatto spendere alla Regione Lazio un centesimo in più di quel che quotidianamente spende o avrebbe speso in quel giorno. Non li quereliamo perché abbiamo nervi più saldi di quelli della Polverini e perché, attese le loro dichiarazioni confessorie di ieri, li indicheremo, tra gli altri, quali preziosi testimoni a discarico qualora la Polverini ritenesse effettivamente di querelarci.

mercoledì 12 ottobre 2011

REGIONE, RADICALI: BEN VENGA LA QUERELA DELLA POLVERINI

Dichiarazione dei Consiglieri regionali Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo, Lista Bonino Pannella Federalisti Europei

“Ben venga la querela della Polverini, poche idee ma confuse anche sui presupposti della diffamazione, almeno nell’aula di Tribunale avremo il piacere di vederla. Chiederemo a Radio Radicale di registrare il processo, ove mai si faccia. Vedremo se lei farà registrare il suo di processo, quando accusò falsamente i Radicali di avere con la violenza impedito al PDL la presentazione delle liste.”

REGIONE, POLVERINI QUERELA GRUPPO RADICALI

Roma, 12 OTTOBRE:
La presidente della Regione Lazio, Renata
Polverini, ha dato mandato ai propri legali di presentare querela nei
confronti degli esponenti radicali del gruppo del Consiglio regionale del
Lazio, per le dichiarazioni odierne relative all'evento che si è svolto al
Tempio di Adriano per la presentazione dei 18 mesi della Giunta Polverini".
E' quanto comunica una nota dell'ufficio stampa.

Esperienza di governo di Storace e Polverini meriterebbe il silenzio. Altro che teatro dell’assurdo rappresentato oggi, e pagato da chi?

Dichiarazione dei Consiglieri Regionali della Lista Bonino Pannella, Federalisti Europei alla Regione Lazio, Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo:

"Ha ragione Storace a domandarsi come sarebbe stato il Lazio dopo 18 mesi di governo di Emma Bonino, purtroppo non ci possiamo fare la stessa domanda rispetto ai suoi cinque anni di governo della Regione e ai 18 mesi di Renata Polverini che, tra deficit di miliardi di Euro, 500 dirigenti esterni assunti per politiche clientelari, tabulati telefonici utilizzati per interessi partitocratici, viaggi in elicottero per una fiera del peperoncino dopo una riunione per abbassare i costi della politica, chiusura di Ospedali e Pronto Soccorso, nomine sulle poltrone d'oro di amici e amici degli amici, incapacità di governo di questioni complesse come i rifiuti, imporrebbe loro almeno di fare silenzio.

La bassa propaganda di partito demagogica e basata sul nulla, è esercizio che oramai non interessa più nessuno. Sarebbe piuttosto utile sapere se anche questa ulteriore rappresentazione del teatro dell’assurdo* (persino Beckett e Ionesco avrebbero di che imparare) è stata pagata con i soldi della Regione, cioè con le supertasse più alte d’Italia di tutti i poveri cittadini laziali o con i fondi dei rispettivi partiti (frutto anche quelli del furto partitocratico del finanziamento pubblico) o di tasca propria.

Da Wikipedia:

Il teatro dell'assurdo si caratterizza per dialoghi senza senso, ripetitivi e serrati, capaci di suscitare a volte il sorriso nonostante il senso tragico del dramma che stanno vivendo i personaggi

Rifiuti Regione Lazio: gravissima l’azione autoritaria del Prefetto che prende decisioni autoritarie per l’incapacità della giunta a governare il territorio. La presidente Polverini aveva detto di voler mettere la faccia

Appello ai cittadini di Riano di non reagire con violenza ma di attuare piuttosto la disobbedienza civile e azioni nonviolente.

Dichiarazione dei Consiglieri Regionali della Lista Bonino Pannella, Federalisti Europei, Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo:

“Quanto accaduto in queste ore riguardo la decisione del Prefetto di Roma di individuare due aree per le discariche alternative a Malagrotta dimostra, ancora una volta, di come la Giunta sia incapace a governare situazioni complesse e difficili nel territorio della Regione Lazio. La Presidente Renata Polverini aveva sempre sostenuto che su questa vicenda ‘ci avrebbe messo la faccia’ invece la decisione di individuare le aree alternative a Malagrotta è stato demandato d’imperio, e con metodo assolutamente autoritario, al Prefetto di Roma.

Sin dalla campagna elettorale Emma Bonino aveva fatto alcune importanti proposte strategiche, indicando alcuni step, che si sarebbero dovuti attuare immediatamente all’insediamento della nuova Giunta. Tali proposte sono rimaste inascoltate e si è atteso oltre un anno e mezzo, ignorando le stesse indicazioni che l’Ue aveva dato alla Regione Lazio sui limiti intollerabili in cui si trova la discarica di Malagrotta.

Non possiamo che esprimere tutta la nostra vicinanza e solidarietà alla popolazione di Riano e invitiamo i cittadini a non attuare forme di protesta violente, piuttosto a studiare insieme iniziative nonviolente anche con il metodo della disobbedienza civile, per avviare dialogo e ragionevolezza contro chi queste finora non ha utilizzato.

Le nostre proposte sono volte a una grande riforma, in tempi urgentissimi e con risorse straordinarie, del ciclo dei rifiuti per portare la raccolta differenziata a livelli europei e al tempo stesso dare ai cittadini premialità sul modo in cui la raccolta viene fatta; occorre per questo un grande investimento impiantistico ma anche di conoscenza perché l’intera collettività possa essere coinvolta e responsabilizzata senza mettere la croce di volta in volta alle popolazioni locali che non devono e non possono sopportare i rifiuti di tutta Roma”.

venerdì 7 ottobre 2011

Rossodivita-Berardo: in Regione si può cambiare, utilizzate le proposte radicali

Dichiarazione dei Consiglieri regionali Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo, Lista Bonino Pannella Federalisti europei

Anche oggi mancanza del numero legale in Consiglio Regionale del Lazio. Il Presidente del Consiglio Regionale furioso apre e chiude il Consiglio costatando l'assenza dei consiglieri in aula e manda tutti a casa, di fatto censurando una maggioranza che lo fa mancare da ormai settimane. Ci auguriamo che il suo comportamento non sia occasionale, ma possa essere confermato per tutte le sedute a venire, facendo rispettare alla lettera un regolamento che spesso lo stesso Presidente disapplica anche nella parte di inizio delle sedute (ieri, per esempio, la seduta di consiglio straordinario sulle carceri è stata convocata alle 11.30, ma abbiamo visto il Presidente in aula solo alle 12.00)

Intanto in un'altra sala il Pd tenta di dare una sterzata alla politica romana, provinciale e regionale. Individua nel numero eccessivo di commissioni presenti in Consiglio un punto su cui cambiare marcia. Non possiamo che dargli il benvenuto, ricordando che fummo soli, come Radicali, a votare contro l'istituzione di quelle ulteriori quattro commissioni speciali, che hanno comportato un costo per l'intera legislatura pari a 5 milioni di euro in più, che già i cittadini stanno pagando a beneficio della partitocrazia.

Le proposte ci sono per abolire privilegi, commissioni e anche quei monogruppi che non hanno avuto legittimazione elettorale e che tanto costano ai cittadini che mai li hanno scelti; se vogliono, tutti, da destra a sinistra, possono firmarle presso il gruppo Radicale.

Democrazia e politica secondo La Destra

Dichiarazione dei Consiglieri regionali Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo, Lista Bonino Pannella Federalisti europei

Per La Destra le sedute del Consiglio Regionale sono uno sperpero di soldi, la democrazia è uno sperpero di soldi, la spartizione partitocratica di poltrone agli amici no.

Per La Destra l’attività istituzionale ed i provvedimenti che nell’ambito di questa si assumono servono solo ad ottenere visibilità sui giornali, non a migliorare le vite delle persone.

Occorre urgentemente informarne i Molisani che si accingono a votare per il rinnovo del Consiglio Regionale. Ce ne faremo carico noi, anche se non parteciperemo a quella competizione elettorale.

Omniroma-REGIONE, STORACE: POLITICA DEL DISPETTO NON PORTA DA NESSUNA PARTE

(OMNIROMA) Roma, 06 OTT - "Sui costi del consiglio regionale credo che abbia ragione la Polverini. Mi chiedo quanto sono costate tre sedute dell'assemblea per approvare la mozione radicali- vendoliani-Rauti sulle carceri che ha avuto cinque righe di menzione su Repubblica di oggi ed e' servita solo a lacerare i rapporti in maggioranza con lo schizofrenico atteggiamento di tre consiglieri su sei dell'Udc e di settori del Pdl in totale controtendenza con le linee assunte dai loro partiti in campo nazionale. Sul mio blog e su tutte le mie pagine Facebook c'è un video che racconta la giornata di ieri unitamente ad alcuni discutibili atteggiamenti dell'on. Rauti, ma su tutto campeggia una politica del dispetto che non porta da nessuna parte. Noi siamo fieri di aver fatto eleggere Renata Polverini; cominciamo ad essere meno contenti di ritrovarci con certi alleati che appaiono infantili anche se in età avanzata. Soprattutto quanti sono stati eletti nel listino, dovrebbero sapere che devono ringraziare ogni giorno e per cinque anni La Destra e i suoi elettori. Senza di noi, sarebbero rimasti a casa". Lo scrive ai quarantamila utenti della sua pagina sostenitori di Facebook, Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra.

Carceri, radicali: bene approvazione del Consiglio sulla mozione carceri

Dichiarazione dei Consiglieri regionali Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo, Lista Bonino Pannella Federalisti europei

“Il Consiglio Regionale del Lazio, dimostrando senso di responsabilità ed attenzione per un problema vero, del mondo reale, che incide sulle condizioni di vita di tutta la comunità penitenziaria, costituita da detenuti, agenti di polizia penitenziaria, direttori, psicologi, assistenti sociali, ha dato oggi una bella prova di se.

Le condizioni in cui sono costretti a vivere coloro che fanno parte della comunità penitenziaria sono semplicemente illegali, al di fuori cioè del dettato di tutte le norme che l’ordinamento, nazionale ed internazionale, prevede, a partire proprio dalle norme della nostra costituzione.

Se c’è chi vuole che i detenuti oltre alla libertà personale, siano sottoposti a torture, lo dica e provi a far cambiare l’Ordinamento penitenziario, la Costituzione, le convenzioni internazionali a partire da quella Europea sulla salvaguardia dei diritti dell’uomo. Oggi però non è così, e noi ci batteremo sempre per evitare che lo Stato diventi come i criminali che deve punire.

Oggi l’ordinamento prevede che i detenuti, tanto in custodia cautelare quanto definitivi, siano sottoposti alla limitazione della libertà personale, non alla privazione del diritto alla dignità, alla salute e persino – come denunciato ieri dal Garante dei diritti dei detenuti del Lazio con riferimento al carcere di Regina Coeli - al diritto al cibo.

La situazione delle carceri italiane e anche laziali è semplicemente illegale e criminogena.

La Regione non può fare ciò che occorrerebbe per riportare la situazione alla legalità, ma può fare molto per tentare di rimediare a questa situazione ed ora spetta alla giunta della Presidente Polverini di sollecitare i Presidenti di Camera e Senato affinché calendarizzino provvedimenti, di competenza del Parlamento, per ridurre il sovraffollamento che mette a rischio i più elementari diritti umani, di prevedere un Piano di sostegno per favorire l’affidamento terapeutico dei tossicodipendenti presso comunità esterne, di realizzare finalmente l’Icam per portare i bambini fuori dalle carceri, di prevedere un fondo eccezionale di solidarietà per i detenuti dimittendi, di garantire, dando precise indicazioni alle ASL, l’efficienza della sanità penitenziaria, di adottare misure per evitare che i detenuti siano dissetati con acqua all’arsenico nelle carceri laziali, di assicurare un sostegno economico a tutte quelle realtà no-profit che aiutano i detenuti a reinserirsi nella società. Sono cose molto serie ed importanti, per le quali occorre ringraziare anzitutto – come si fa nel testo della mozione - la battaglia di Marco Pannella, a tutt’oggi in sciopero della fame e della sete, e dei 30.000 che insieme a lui hanno intrapreso questa forma di lotta non violenta. Sono cose molto serie ed importanti per le quali noi Radicali vogliamo ringraziare i Gruppi del Consiglio che hanno sostenuto questa battaglia, a partire da SEL, al Gruppo del PD, oggi presente in aula compatto e coeso, al gruppo della FED, al gruppo dell’UDC, sino ai singoli consiglieri della maggioranza che hanno votato insieme questa mozione. Di fronte alla serietà ed all’importanza del tema, passano in totale secondo piano, i tentativi di strumentalizzazione e le solite minacce di rappresaglia di qualche Consigliere che cerca solo visibilità, facendo leva sulla stantia rappresentazione identitaria di una destra fuori dal tempo.

mercoledì 5 ottobre 2011

Criminalità e sicurezza, Rossodivita: basta con la disinformazione pilotata, a Roma solo 13 volanti della polizia pattugliano stabilmente ogni giorno la città, mentre le mafie gongolano grazie al proibizionismo

Dichiarazione del Consigliere regionale Giuseppe Rossodivita, Capogruppo della Lista Bonino Pannella Federalisti europei

Nel corso della seduta odierna della Commissione Sicurezza e Criminalità del Consiglio Regionale del Lazio è emerso uno scenario sconcertante per Roma e per il Lazio. I rappresentanti dei Sindacati di Polizia hanno denunciato tagli devastanti al comparto che, tanto per fare una esempio, consentono al Servizio Volanti di mettere sulla strada ogni giorno, per una città enorme come Roma, solamente 13 volanti della Polizia.

Un dato sconcertante, che fa il paio con quello, pure denunciato dai sindacati di Polizia, relativo alla età media dei poliziotti in preoccupante aumento. Il taglio delle risorse, operato a livello nazionale per 1 miliardo e 800 milioni di Euro, si fa sentire ogni giorno di più e lascia il territorio nelle mani dei criminalità organizzata e non. Esistono interi quartieri di Roma fuori controllo come San Basilio o che, come Centocelle, pagano il pizzo alla criminalità organizzata mentre Roma e il Lazio oramai da tempo sono nelle mani di ‘ndrangheta, camorra, mafia e sacra corona unita.

Parlare di “infilitrazioni” e cercare di minimizzare quel che accade significa non voler mettere in campo le scelte adeguate, politiche ed investigative, capaci di contrastare un fenomeno che mantiene il proprio ‘core business’ nel traffico di droga e che vede Roma quale primo ponte di approdo dei grandi quantitativi fatti pervenire, soprattutto, dalla ‘ndrangheta, dal Sud America.Il proibizionismo scellerato sta foraggiando le mafia con decine e decine di miliardi di Euro che da soli basterebbero a ripianare i conti in rosso dell’Italia.Con questi miliardi di Euro la criminalità organizzata condiziona le attività economiche e finanziare, altera la concorrenza,impedisce lo sviluppo della imprenditoria sana, compra voti per i politici da piazzare nelle amministrazioni locali che, difatti, da parte loro accolgono di buon grado nel territorio di competenza, omettendo qualsiasi azione di controllo, riconosciuti boss e latitanti.

E’ quella politica che poi diventa amministrazione dei soldi pubblici e che commette, spesso in nome e per conto delle mafie, i cd reati dei colletti bianchi (appalti truccati, tangenti, ecc.) che portano altro denaro nelle casse della criminalità organizzata. Il fenomeno, è stato sottolineato durante l’audizione, è antico almeno di venti anni ed è diventato un vero e proprio cancro, che si è sostituito allo Stato, proprio in quel basso Lazio che tanti e determinanti voti ha portato alla Presidente Polverini. Ovviamente si tratta della stessa politica, o meglio degli stessi partiti che, con il proibizionismo, vogliono continuare a garantire alle mafie il loro ‘core business’, che usano il potere per radicare le clientele sul territorio e che vogliono sistemi elettorali basati sulle preferenze individuali per controllare i voti; sono gli stessi partiti che la mattina fanno demagogia sulla sicurezza, agitando randelli processuali contro gli immigrati ed il disagio sociale e che la notte aprono le proprie liste a personaggi notoriamente collegati alla criminalità organizzata e rendono impossibile, con modifiche selettive a specifiche norme del codice di procedura penale, perseguire efficacemente e tempestivamente i reati dei cd colletti bianchi.

Sono gli stessi partiti che non vogliono l’amnistia per continuare a tenere, in nome dell’obbligatorietà dell’azione penale, le scrivanie dei magistrati ingolfate da reati bagatellari commessi dai disagiati sociali recidivi per necessità ed impedire che vengano tempestivamente ed efficacemente accertati i reati di maggior allarme sociale – da sempre esclusi in provvedimenti di amnistia - inevitabilmente destinati alla prescrizione che rappresenta la garanzia certa dell’impunità. Le carceri scoppiano di immigrati e di poveracci, i ricchi colletti bianchi, pur indagati, imputati o condannati sono fuori e qualcuno siede pure su importanti scranni istituzionali, ma a Roma si continua a sparare con 27 omicidi in un anno di cui 9 dalle tipiche modalità mafiose e nessuna traccia dei colpevoli. No, il traffico di tonnellate di cocaina non lo organizzano gli immigrati clandestini in carcere, l’usura, il pizzo, il riciclaggio, l’estorsione, i reati finanziari, gli omicidi mafiosi non sono tipici reati da poveracci recidivi per qualche furto. Sarebbe opportuno e doveroso far conoscere questi dati ai cittadini, chi ci governa questo lo sa benissimo, anche se ogni giorno racconta, a reti e testate unificate, una storia diversa.