Di seguito riporto l’intervista rilasciata al Messaggero sull’esclusione dei Radicali dalla coalizione del Pd nel Lazio.
Giuseppe Rossodivita,
consigliere regionale radicale, perché Zingaretti dovrebbe accettare la
vostra candidatura visto che Pd, Sel e socialisti hanno proposto tutti
nomi nuovi?
Avrebbe dovuto fare una distinzione tra
coloro che hanno denunciato il sistema e quelli che ne facevano parte.
Non possiamo essere accomunati al Pd.
Quale sarebbe la differenza?
Intanto c’è da dire che i loro
consiglieri regionali sono stati quasi tutti ricollocati, molti anche in
Parlamento. Invece escludono noi, quelli che hanno fatto emergere lo
scandalo dei fondi ai gruppi della Pisana, vorrei dire a Zingaretti che
la sua stessa candidatura deriva da quella valanga che abbiamo provocato
noi. Ci aspettavamo di essere valorizzati, non esclusi.
Voi i fondi li avete usati sempre in modo trasparente?
Sì, ci accusano in malafede per aver organizzato a Tirana una sessione sul rispetto dei diritti umani in ambito regionale.
Il Pd ha rinnovato i suoi consiglieri, non le sembra un dato positivo?
Gli è stato imposto dalla base, i
militanti continuavano a dire ai loro dirigenti: “Quello che hanno fatto
i radicali avremmo dovuto farlo noi”. Una cosa è fare l’opposizione,
un’altra è essere socio di minoranza, come facevano loro.
Esclude un riavvicinamento con Zingaretti?
Non si è trattato di un episodio, se
domani mattina tornasse sui suoi passi sarebbe una bella cosa, ma deve
tener conto della macchina burocratica del Pd.
Qualcuno vi fa la corte?
Trovo strano che Zingaretti non ci
voglia, quando invece Storace ci ha chiesto di andare con lui, pur di
farci avere una rappresentanza alla Pisana.
E voi che fate?