Dichiarazione dei Consiglieri regionali Giuseppe Rossodivita e Rocco
Berardo, Lista Bonino Pannella Federalisti Europei: La posizione del
Presidente Abbruzzese sul dimezzamento delle Commissioni del Consiglio,
data in pasto ai lettori de Il Tempo, rischia di essere il peggiore
paradigma della politica dell’annuncio se non passerà, in tempi
brevissimi, dalle parole ai fatti.
In questo senso ci uniamo
all’auspicio di altri consiglieri affinché, individuata la tempistica
del taglio delle commissioni, sia immediatamente comunicata la
convocazione, nel primo giorno utile, della Giunta per il regolamento.
Lo
chiediamo con la coerenza che abbiamo costantemente espresso in Aula,
tanto da vederci, soli, opporci all'istituzione delle quattro
commissioni speciali votate invece anche da chi oggi richiama Abbruzzese
“ai suoi doveri”.
Quanto all’affermazione del Presidente circa la
rigorosa osservanza del Regolamento del Consiglio dobbiamo ricordare,
anzitutto per il rispetto dovuto all'Istituzione e alla verità, che
proprio sotto la sua Presidenza l’inosservanza della Legge dell’Aula,
cioè del Regolamento del Consiglio, si è costantemente ripetuta e
aggravata.
Lo scorso anno ci costrinse a rivolgerci al Capo dello
Stato dopo le dure censure espresse dal Prof. Michele Ainis in un parere
pro veritate in cui evidenziava ben 8 motivi di illegittimità dello
strumento del submaxiemendamento dal Presidente Abbruzzese sempre
ammesso secondo i desiderata della Giunta.
Più di recente, in
occasione della discussione delle modifiche al Piano Casa, mutatosi per
gli emendamenti della Giunta in “Piano Casa e Chiesa”, proprio a seguito
delle sue decisioni regolamentari, ci siamo visti costretti, dopo
averlo preannunciato in corso di seduta, a depositare presso la Procura
della Repubblica di Roma una dettagliata denuncia dei fatti accaduti.
Spetterà
ora alla magistratura inquirente romana, guidata dal Procuratore Capo
dott. Pignatone, accertare le responsabilità personali, nell'auspicio
che la Procura della Capitale, sotto la nuova guida, abbia
definitivamente cessato - come alcuni recenti provvedimenti
sembrerebbero dimostrare - di essere il sicuro porto delle nebbie per le
inchieste che toccano la politica romana.