Dichiarazione dei consiglieri regionali Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo, Lista Bonino Pannella Federalisti Europei
L'Italia
è un antidemocrazia. La Regione Lazio ne è uno dei massimi esempi. E
quello di stanotte è stato il caso da manuale da studiare in tutte le
facoltà di Giurisprudenza su come non può svolgersi una procedura
assembleare o parlamentare. Come Radicali della Lista Bonino Pannella
sulla nuova legge piano casa ci siamo opposti nel merito e nel metodo,
praticando anche un ostruzionismo in Aula, piegato solo da scelte
antidemocratiche, e in violazione della legge del Regolamento del
Consiglio regionale, che hanno leso i diritti dei consiglieri regionali.
Se
da una parte, infatti, per questa Giunta regionale il Lazio deve essere
"tutto Casa, Chiesa e cemento", e non deve avere riguardo per le zone
agricole e non deve fare retromarcia sull'applicazione della legge anche
nei Parchi, dall'altra emerge come non vi fosse un'intesa fra la giunta
e i ministeri dell'ambiente e dei beni culturali, che avevano
contestato e impugnato le norme sul piano casa, tale da scongiurare il
giudizio della Corte Costituzionale. In un qualsiasi altro paese
europeo, ne scelga uno a caso l'Assessore Ciocchetti, questo
comportamento avrebbe comportato le dimissioni. Probabilmente in questa
Regione comporterà una qualche promozione.
Non solo: a sugellare
l'irresponsabilità di questa Giunta e di questa maggioranza è arrivata
anche la mano tesa del Presidente del Consiglio Mario Abbruzzese, il
quale in violazione delle norme regolamentari, prima ammette un
subemendamento della Giunta pacificamente inamissibile, facendo decadere
gli emendamenti di tutti i consiglieri regionali, e poi dichiara non
votabili oltre 200 ordini del giorno che dovevano essere votati, come
dice chiaramente il Regolamento, prima della votazione finale.
Come
Radicali abbiamo ripetutamente messo in guardia il Presidente del
Consiglio Abbruzzese dal prendere decisioni lesive dei diritti dei
consiglieri, ma invece di farsi garante delle prerogative del Consiglio,
il Presidente ha scelto la strada della violazione del Regolamento. Per
questo essendo il caso trattato del tutto analago a quello verificatosi
presso l'Assemblea Capitolina sulla votazione degli ordini del giorno
Acea, sul quale pochi giorni fa il Consiglio di Stato si è pronunciato
dando ragione ai consiglieri ricorrenti, ricorreremo in ogni sede come
Radicali contro le decisioni prese dal Presidente Abbruzzese. Inoltre -
come annunciato in aula - procederemo con il deposito di una denuncia
per abuso di ufficio nonché per il falso ideologico relativo alla nota
istruttoria prodotta dagli uffici alla base di questa decisione e con la
quale gli uffici stessi, dopo aver proceduto all'esame degli ordini del
giorno, hanno falsamente affermato che gli stessi non possedevano i
requisiti richiesti dall'articolo 69 comma 1 del Regolamento del
Consiglio.