Dal sito ufficiale del Consiglio regionale del Lazio: "il gruppo
consiliare de La Destra e quello della Lista Bonino - Pannella
Federalisti europei avevano annunciato alcuni emendamenti abbastanza
simili tra loro, volti a porre limiti ai costi della politica, agli
stipendi dell'alta dirigenza regionale e alle consulenze esterne.
"Quando arrivai nella stanza in cui oggi c'è la presidente Polverini -
ha ricordato nell'Aula consiliare l'ex governatore e attuale capogruppo
de La Destra, Francesco Storace - dissi all'allora più alto dirigente
della Regione: 'Senti, mi devi preparare una legge - allora c'erano le
lire - in cui ci sia scritto che nessuno può guadagnare mille lire più
del Presidente della Regione'. Risultato: prepararono la legge. Il testo
diceva: 'Il Presidente guadagna un euro più del più alto stipendio
della Regione'.". Durante la discussione generale sull'assestamento,
Storace aveva parlato anche della necessità di ridurre o eliminare
determinati emolumenti degli stessi consiglieri regionali, come
l'indennità chilometrica per venire alla Pisana da Roma e la
liquidazione.
Poi, però, gli unici emendamenti non ritirati e
quindi discussi in tema di costi della politica sono stati soltanto
quelli dei consiglieri Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo della Lista
Bonino - Pannella Federalisti europei. I consiglieri radicali si sono
visti respingere tutti i loro emendamenti "finalizzati a tagliare, a
tagliare delle spese che sono sicuramente superflue, a tagliare in
relazione a soggetti che non subiranno drammi, non subiranno tragedie,
mentre invece le risorse risparmiate potrebbero andare a rifinanziare la
legge sul reddito minimo garantito per disoccupati e precari", come
aveva spiegato Rossodivita durante la discussione generale. Quindi,
respinta l'abolizione delle tre commissioni consiliari speciali,
respinta l'abolizione dei vitalizi agli assessori esterni della Giunta
Polverini, e respinto il taglio delle autoblu.
"Una banalità, un
atto di un secondo", secondo Rossodivita, "potrebbe cambiare la vita di
migliaia di persone. Con i tagli alle consulenze fatte agli amici, con i
tagli degli stipendi dei dirigenti regionali, potrebbe essere
rifinanziato il reddito minimo garantito. Abbiamo proposto, e non si
vede il perché debba essere diversamente, che i dirigenti regionali non
possano guadagnare più dell'80 per cento dello stipendio del presidente
della Regione. Banale! - ha concluso il consigliere radicale - Nessun
dirigente regionale morirebbe di fame e qualche soldo potrebbe essere
speso meglio.". Emendamento respinto."
TESTO INTEGRALE PAGINA WEB SITO CONSIGLIO REGIONALE DEL LAZIO