Comunicato del gruppo Lista Bonino Pannella Federalisti Europei al Consiglio regionale del Lazio.
Nel
minestrone legislativo approvato ad agosto del 2010 con il nome di
Piano Casa, sono state introdotte delle modifiche alle leggi regionali
esistenti, delle quali è incerta non solo la costituzionalità, ma anche
l’applicabilità. Le modifiche agli articoli 1 e 1bis della legge 36/1987
stabiliscono per i piani urbanistici esecutivi, nel caso in cui siano
conformi alla strumentazione urbanistica generale, due procedure in
esplicito contrasto tra di loro, senza precisare in quale caso vada
applicata una o l'altra.
In base all’articolo 1, infatti, devono
essere adottati dall’Amministrazione comunale, pubblicati ai fini della
presentazione delle osservazioni e successivamente trasmessi alla
Regione e infine approvati con una delibera della Giunta comunale.
In
base all’articolo 1-bis, invece, gli stessi piani attuativi, se
conformi al PRG, devono essere approvati direttamente dalla Giunta e,
come dice letteralmente la norma, senza applicare le procedure
dell’articolo 1, richiamate sopra.
Una modifica legislativa di
questo tipo non soltanto lascia le amministrazioni locali in una grande
incertezza, ma introduce nell’ordinamento regionale una disposizione
incostituzionale. La Consulta ha già censurato, infatti, con la sentenza
343/2005 una legge regionale, la 34/1992 della regione Marche, che non
prevedeva la trasmissione alla Regione di quei piani urbanistici
esecutivi, che era facoltà dei Comuni approvare direttamente perché
conformi al piano regolatore generale. Il motivo della censura, tuttora
valido, è l’assunto in base al quale l’articolo 24 della legge statale
n. 47/1985, che prevede la trasmissione alla regione dei piani
urbanistici attuativi, “assume il carattere di principio fondamentale”.
Per
questa ragione, nel corso dell’esame della proposta di legge della
Giunta regionale (la n.340) abbiamo presentato degli emendamenti alla
legge 36/1987, (così come modificata dalla legge 10/2011 "Piano casa"),
con i quali, tra le altre cose, chiediamo l’abrogazione del comma 1
dell’articolo 1-bis, che non soltanto contiene una disposizione di
dubbia applicazione, ma cancella anche l’obbligo, derivante da un
principio riconosciuto come fondamentale dalla Corte Costituzionale, di
trasmettere comunque i medesimi piani alla Regione.
Si
discuteranno domani: ci auguriamo che l'Assessore Ciocchetti voglia,
almeno questi, prenderli attentamente in esame e valutarli
favorevolmente.