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venerdì 25 maggio 2012

Regione, Rossodivita: la Giunta nega ad un consigliere regionale l’accesso agli atti regolamentato dall’art. 30 dello statuto della Regione Lazio

Dichiarazione del Consigliere regionale Giuseppe Rossodivita, Capogruppo Lista Bonino Pannella, Federalisti Europei
Si rende nota, per il superiore interesse pubblico alla conoscenza degli atti e dei comportamenti di chi governa, la corrispondenza intercorsa tra il Capogruppo Rossodivita e la Presidenza della Regione Lazio in merito ad un’istanza di accesso agli atti da parte di un Consigliere – disciplinati dall’articolo 30 dello Statuto della Regione Lazio – nei confronti della Giunta.
Segue il testo integrale dell’istanza di accesso agli atti inviata dal Capogruppo Rossodivita alla Presidente Polverini il 27. 04. 12
“In data 18 aprile 2012 abbiamo depositato un'interrogazione a risposta immediata a Lei rivolta circa il protocollo d'intesa tra la Regione Lazio, l'Ares 118 e la Croce Rossa Italiana in cui chiedevamo conferma o meno se questo fosse stato siglato. Alla suddetta interrogazione non è pervenuta ancora risposta ed è ragionevolmente inutile attenderla a breve atteso che, dall' inizio della legislatura, Lei non ha fornito alcuna risposta agli atti di sindacato ispettivo. Nel frattempo, da notizie di stampa, risulta che tale accordo sia stato raggiunto con la Croce Rossa Italiana. Ai sensi dell' art. 30, comma 3 e 4 dello Statuto della Regione Lazio, nonché ai sensi dell' arto 328, comma 2, c.p., sono a inoltrare la presente istanza per avere trasmessa copia della convenzione o del protocollo d'intesa sottoscritti con avvertimento che, in difetto di positivo riscontro entro 30 giorni, mi vedrò costretto ad adire l'autorità giudiziaria depositando un esposto alla Procura della Repubblica per il delitto p. e p. dal citato arto 328 c.p.”
Segue la lettera di risposta del Capo di Gabinetto della Presidenza della Regione Lazio, Pietro Giovanni Zoroddu datata il 18.05.12 e pervenuta il 24.05.12

“Egregio Consigliere Avv. Rossodivita,
faccio riferimento alla sua richiesta di accesso al protocollo d’intesa Regione-Croce Rossa Italiana-Ares 118, pretestuosamente motivata imputando alla Presidente di questa Regione di non avere ancora risposto ad una recentissima interrogazione, presentata il 18 aprile scorso. Al riguardo, la informo che il relativo procedimento approvativo non si è ancora perfezionato. Per tale motivo non è possibile – pur nel massimo rispetto delle prerogative dei Consiglieri regionali – aderire, in questa fase, alla sua istanza di accesso. Ritengo infatti che per il documento richiesto – che ha natura di atto programmatorio – trovi applicazione l’art. 455, comma 4, del r.r. 6 settembre 2002, n. 1, a norma del quale “non è ammesso l’accesso agli atti preparati nel corso della formazione degli atti regolamentari, amministrativi generali, di pianificazione e di programmazione”. Ciò – evidentemente – in coerenza con quanto previsto dall’art. 24, comma 1, lett. c), della legge 7 agosto 1990, n. 241, il quale esclude il diritto di accesso “nei confronti delle attività della pubblica amministrazione diretta all’emanazione di atti normativi, amministrativi generali, di pianificazione e di programmazione”. Va altresì tenuto conto che il protocollo concernente i servizi di soccorso sanitario in emergenza, coinvolge soggetti diversi dalla Regione Lazio.

Considerato poi che tale documento concerne anche aspetti di carattere finanziario – il che, peraltro, escluderebbe del tutto l’accesso, ai sensi dell’art. 8, comma 5, lett. d), del D.P.R. 27 giugno 1992, n. 352 – risulta necessario tutelare il diritto alla riservatezza dei soggetti interessati. Per tali ragioni, si rende dunque opportuno il differimento dell’accoglimento della sua istanza ad un momento successivo al perfezionamento del procedimento, al fine di non compromettere il buon andamento dell’azione amministrativa, ai sensi dell’art. 456, comma 1, lett. c), del citato r.r. n. 1 del 2002. Sarà mia cura prontamente la richiesta documentazione non appena l’iter si sarà concluso.”

Segue la lettera di replica del Capogruppo Rossodivita del 24.05.12

“Egregio Capo di Gabinetto della Presidente della Regione Lazio,

faccio riferimento alla Sua nota N. 158-bis/SG – che accludo in copia per la migliore conoscenza del Presidente On. Mario Abbruzzese -con la quale riscontra negativamente, con argomenti totalmente infondati, la mia istanza di accesso agli atti avanzata a’sensi dell’art. 30 dello Statuto della Regione Lazio. Anzitutto mi preme precisare che la mia istanza – che Lei definisce “pretestuosamente motivata imputando alla Presidente di questa Regione di non aver ancora risposto ad una recentissima interrogazione presentata il 18 aprile scorso” – è stata motivata, come pure mi sembrava chiaramente risultasse dalle parole utilizzate, dall’allora ragionevole certezza -oggi assoluta- circa la mancata risposta, posto che la Presidente di questa Regione non ha MAI risposto a nessuna delle numerose interrogazioni che, in materia di sanità, Le sono state rivolte. Ma in realtà, Egregio Capo dell’Ufficio di Gabinetto della Presidente della Regione Lazio, le motivazioni del Consigliere devono essere, per il destinatario dell’atto ispettivo, assolutamente neutre. Con ciò vengo dunque a dirle che a mio avviso le argomentazioni da Lei utilizzate per negarmi la conoscenza dell’atto richiesto sono del tutto infondate e queste sì, mi consenta, chiaramente pretestuose. Invero il Regolamento Regionale del 06.09.2002, da Lei citato, all’art. 455, comma 4, dice altro da quel che Lei gli ha fatto dire poiché si riferisce all’inammissibilità di richieste di ostensione relative “ad intere categorie di documenti”. Debbo dunque ritenere, attesa la Sua citazione letterale della norma invocata, che volesse riferirsi al comma 3 del citato articolo. Ma anche questa disposizione – così come l’art. 24, comma 1, lett. C) della legge 241/90 - come è ben evidente a qualsiasi interprete, non si attaglia affatto alla fattispecie in argomento, poiché l’atto da me richiesto (la convenzione e/o il protocollo d’intesa sottoscritto tra CRI e Regione) non rientra nelle categorie elencate dalla norma non essendo né un atto regolamentare, né un atto amministrativo generale, né un atto di pianificazione o di programmazione. Ciò che però risulta francamente intollerabile è che Lei Voglia assimilare la legittimazione soggettiva del sottoscritto, che ha agito quale Consigliere Regionale in base ad una precisa e chiara norma statutaria che costituisce lex specialis e su cui si fonda una delle principali prerogative dei Consiglieri eletti – quella del sindacato ispettivo – a quella di un cittadino non Consigliere.

Sia la legge n.241/’90 sia il R.R. del 06.09.2002 – come fa chiaro l’articolo che precede quello da Lei citato, e cioè il 454 - forniscono una legittimazione “a chiunque vi abbia un interesse personale e concreto per la tutela di situazioni giuridicamente rilevanti”. E’ evidente che queste norme non si applicano all’azione ispettiva di un Consigliere – che certo non vanta interessi personali per la tutela di proprie situazioni giuridicamente rilevanti – per il quale l’art. 30 dello Statuto della Regione Lazio, proprio in ragione dell’interesse generale perseguito attraverso l’attività istituzionale, non pone i limiti e le condizioni dettati dalla disciplina comune per i cittadini non Consiglieri. Parimenti infondato – e, mi sia consentito, persino imbarazzante per i soggetti coinvolti – il riferimento alla necessità di tutelare la riservatezza di soggetti pubblici – quali sono la Regione e la CRI – poiché nel documento vi sono “aspetti di carattere finanziario” (questione peraltro già superata per l’accesso agli atti negoziali conclusi dalla Camera dei Deputati con i propri fornitori privati). Nel prendere atto che comunque un documento sottoscritto tra Regione e CRI c’è – questo debbo logicamente anche se implicitamente desumere dalla Sua risposta – con la presente ribadisco la precedente istanza, ivi da intendersi integralmente riportata e trascritta, con la diffida a fornirmi copia del documento senza ulteriori indugi finalizzati a frustrare del tutto l’azione di controllo di un Consigliere Regionale nei confronti della Giunta.

Nel chiedere un immediato ed urgente intervento del Presidente del Consiglio Regionale, quale garante dei diritti dei Consiglieri Regionali a’ sensi dell’art. 21, comma 1, dello Statuto della Regione Lazio, mi preme avvertirLa che in difetto di tempestivo riscontro provvederò ad interessare l’Autorità Giudiziaria Ordinaria con riferimento al delitto di cui all’art. 323 c.p. che sanziona la condotta del pubblico ufficiale che in violazione di legge o di regolamento cagiona intenzionalmente ad altri un danno ingiusto.”.

Dichiara il Capogruppo Rossodivita: “Altro che casa di vetro, altro che open data, altro che trasparenza; la Regione Lazio con la presidenza Polverini è diventata una casa buia e senza luce dove non è consentito vedere neppure ai consiglieri regionali eletti che ne fanno richiesta in base allo Statuto della Regione”.