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venerdì 4 maggio 2012

Il cittadino torni al centro della politica

Intervista a Giuseppe Rossodivita, Capogruppo in Consiglio Regionale del Lazio della Lista Bonino-Pannella, Federalisti Europei.
Finanziamento pubblico ai partiti, Malagrotta, sanità e Open Data, Guardando al 2013


di Marco Ruggeri, Italia Sera, 28 aprile 2012, pag. 7



On. Rossodivita, i Radicali si sono apertamente schierati contro il finanziamento pubblico ai partiti, e lei stesso ha dichiarato che basterebbe "mettere una norma, piccola piccola, che vieta alle imprese vincitrici di appalti pubblici o che comunque erogano servizi alla pubblica amministrazione di finanziare, anche in chiaro, i partiti politici." Un piano che non farebbe una piega, pensa che il Governo le darà ascolto?
"Apertamente schierati"? Noi siamo stati gli unici promotori dei due referendum per abolire il finanziamento pubblico ai partiti.
Siamo stati gli unici a fare i fatti. Nel `93 abbiamo anche vinto il referendum, 31 milioni di italiani hanno detto basta al finanziamento pubblico ai partiti. Ma i partiti tutti, di destra, centro e sinistra, quelli associati nella partitocrazia, se ne sono fregati e, quelli che oggi si dicono contro, hanno approvato subito dopo una legge truffa con la quale si sono riempiti le tasche di miliardi di euro.

Quanto al divieto di finanziare i partiti da parte di aziende vincitrici di appalti pubblici non penso che il Governo ci darà ascolto. Il Governo ha bisogno della maggioranza parlamentare, cioè dei partiti che con quei finanziamenti si riempiono le tasche.

In merito al regolamento "salvaspesa", per lo scioglimento dei monogruppi consiliari, rimasto però inapplicato, lei ha chiesto "la restituzione da parte di ciascun monogruppo dei fondi erogati per il funzionamento dalla data di entrata in vigore del nuovo testo".
Una richiesta legittima quanto ardua. Quali sono gli ostacoli da superare?

L`ostacolo è sempre uno: l`associazione partitocratica. Le interpretazioni distorte di norme assai chiare - approvate solo per gettare fumo negli occhi dei cittadini/sudditi - sono difatti fornite da persone che, benché ricoprano incarichi istituzionali, fanno gli interessi non delle istituzioni, ma appunto, sempre e comunque dei partiti, d i destra, di centro e di sinistra, che sono tra loro associati per conservare il potere che solo l`attuale regime partitocratico gli garantisce.
Passiamo a Malagrotta. Lei ha inviato tempo fa un`interrogazione all`Assessore alle Attività Produttive e Politiche dei rifiuti Pietro di Paolo, riguardo alla linea di gassificazione per lo smaltimento di combustibile derivato da rifiuti, la quale risulterebbe inattiva dal 10 ottobre 2011. Lei ha ragionevolmente chiesto dove sono state bruciate le tonnellate di combustibile da rifiuti prodotte dagli impianti di Malagrotta 1 e 2.
Avete ottenuto una risposta? Cosa ne pensano i Radicali?
Ancora non è pervenuta alcuna risposta perché i tempi stabiliti dal Regolamento per le risposte agli atti di sindacato ispettivo non vengono assolutamente rispettati da questa Giunta regionale. Nella interrogazione abbiamo chiesto se corrisponde al vero che la linea di gassificazione è ferma da quasi un anno e se così fosse, dove sono state bruciate, da novembre 2011 ad oggi, le tonnellate di combustibile da rifiuti prodotte dagli impianti di Malagrotta 1 e Malagrotta 2 e quale sia la loro percentuale di esercizio reale rispetto alla portata massima dei due impianti.

Inoltre abbiamo chiesto all`Assessore Di Paolo se è in grado di fornirci una data di inizio dei lavori ed i tempi previsti per la messa a regime della seconda e terza linea di gassificazione, per gli anni 2010, 2011 ed inizio 2012, a quanto ammonta la quantà di RSU indifferenziato trattato dai quattro impianti di
TMB di Roma (Rocca Cencia, via Salaria, Malagrotta 1 e Malagrotta 2).

I governi susseguitisi in questa regione non hanno mai affrontato la questiono rifiuti nell`ottica di risolvere un problema della collettività e infatti siamo - ormai da anni - in continua emergenza
e la Polverini che doveva metterci la faccia secondo gli impegni presi in campagna elettorale ha pensato bene di chiedere invece al Governo la nomina di un Commissario.

E` necessario operare sull`intero ciclo dei rifiuti, noi abbiamo depositato sia una proposta di legge organica sulla gestione dei rifiuti sia una sulla trasparenza del ciclo.

Infatti, uno dei più gravi problemi in relazione all`intero ciclo dei rifiuti soldi urbani è la mancanza di trasparenza e di controlli. La questione è stata sollevata anche dalla Commissione bicamerale di inchiesta sui rifiuti che -nella relazione conclusiva sul Lazio - ha denunciato queste due gravi mancanze.

Il ciclo completo dell`RSU della nostra regione non è facilmente intelligibile in quanto non sono disponibili i dati sensibili e lì dove ci sono risaltano vecchi. La Regione Lazio impegna ingenti risorse finanziarie per il riciclo e per il trattamento negli impianti, ma nessuno sa bene dove vanno a finire
questi prodotti finali.

La nostra proposta di legge regionale ha come scopo quello di rendere pubblici e consultabili i dati dell`intera filiera, con particolare attenzione agli impianti di incenerimento/gassificazione, alle discariche e alle questioni economiche che, in termini determinanti rispetto alle scelte adottate, sono dietro al ciclo completo o presunto tale.

Lei, insieme all`altro consigliere regionale Rocco Berardo, avete presentato una proposta alla commissione Sviluppo economico, innovazione, ricerca e turismo, presieduta da Giancarlo Miele, riguardo "disposizioni in materia di riutilizzo delle informazioni e dei dati pubblici e iniziative connesse".
Può spiegarci meglio di cosa si tratta? E qual è stata la vostra proposta?
Un`Amministrazione è aperta quando i cittadini possono conoscere tutti gli atti, le decisioni e i dati dell`Ente. Questo, che era già auspicabile per un`Amministrazione tradizionale (analogica), diventa
oggi possibile grazie all`uso delle tecnologie info-telematiche, ciò può essere realizzato efficacemente e con costi sostenibili.

Un`Amministrazione che intenda essere davvero aperta deve realizzare un cambiamento su diversi livelli: - cambio culturale, ponendo al centro il cittadino e non le procedure; - cambio dei processi, modificando o eliminando i processi che non rispondono alle esigenze dell`utenza; cambio dell`organizzazione, abbandonando il modello gerarchico spesso non orientato all`efficienza - in cui il cittadino subisce passivamente le decisioni assunte dalle istituzioni; - cambio della forma di relazione con l`utenza, passando dalla logica dei certificati a quella della disintermediazione, dalle code alle comunicazioni on line.

In quest`ottica, l`azione di ogni Ente deve essere improntata essenzialmente a tre principi: trasparenza, partecipazione, collaborazione. La crisi economica e i tagli alla finanza pubblica inducono a riflettere con maggiore attenzione sull`assetto organizzativo, sul ruolo degli Enti e sul rapporto con i cittadini, quindi sul modello amministrativo, specie per le Amministrazioni regionali e locali, il cui ruolo è divenuto di cruciale importanza.

L`intervento normativo che abbiamo proposto risponde, in primo luogo, all`esigenza di trasformare la trasparenza in effettivo accesso da parte dell`intera collettività a tutte le informazioni pubbliche.

Le informazioni del settore pubblico, infatti, sono un`importante materia prima per i prodotti e i servizi basati su contenuti digitali; esse diventano una risorsa contenutistica ancora più importante con lo sviluppo dei servizi fruibili mediante dispositivi mobili. Pertanto più ampie possibilità di riutilizzo delle informazioni del settore pubblico possono - tra l`altro - consentire alle imprese di sfruttarne il potenziale e contribuire alla crescita economica e alla creazione di posti di lavoro.

Nell`ultimo mese si è gridato spesso alla malasanità, dal San Filippo Neri al Santa Lucia, che sia per motivi diversi restano comunque disagi e perplessità. Come affrontano i Radicali questo delicatissimo tema?
Anche su questo fin tanto che le nomine continueranno ad essere di natura clientelare e partitocratica non sarà possibile garantire all`utenza l`efficienza e l`efficacia cui la spesa pubblica deve tendere. In occasione della discussione della legge relativa all`accreditamento delle strutture sanitarie private abbiamo avuto modo di denunciare come in questa regione governi la "Sanitocrazia" privata, dagli Angelucci al Vaticano, e come anche quella proposta di legge fosse a misura delle strutture private e non dei cittadini. Sapendo dell'urgenza con la quale il Governo della Regione doveva approvare questa legge, abbiamo presentato centinaia di emendamenti ostruzionistici volti a costringere il consiglio e la Giunta Polverini a parlare di politica e non solo di favori, sanatorie e condoni. Abbiamo votato contro questo provvedimento, ma siamo riusciti a imporre per legge quel che tutti hanno sempre raccontato nelle loro campagne elettorali, ma che mai hanno realizzato.

Gli emendameti approvati prevedono che la Giunta regionale, entro un anno dall`approvazione della legge, stabilisca i tempi e i modi per introdurre, nelle strutture, un sistema elettronico che consenta ai cittadini, nel rispetto della privacy, di compilare schede di valutazione sui servizi erogati. Finalmente i cittadini possono dire la loro sulla qualità dei servizi come avviene nei paesi più avanzati; che siano pubblicati sul sito web della Giunta l`elenco dei soggetti accreditati, distinti per classe di appartenenza della struttura e per tipologia di prestazioni erogabili, nonché puntuali informazioni sulle attività di verifica effettuate, dati fino ad oggi parzialmente reperibili solo sul bollettino ufficiale della Regione ed infine, il provvedimento più rivoluzionario, perché interviene sull`erogazione del servizio pubblico da parte dei privati - punta a ridurre i tempi di attesa e rendere efficace il controllo e la trasparenza nell`erogazione dei servizi per le strutture accreditate prevedendo che siano obbligate a mettere a disposizione le agende delle prestazioni al servizio di prenotazione unificato RECUP entro il 31 dicembre 2011.

La mancata messa a disposizione delle agende delle prestazioni al RECUP regionale inciderà nella valutazione per la conferma dell`accreditamento. Abbiamo cercato di fermare i privilegi della sanità privata restituendo ai cittadini i loro diritti. Ora si tratta di vigilare affinché queste importanti nuove norme siano effettivamente applicate.

Cosa ci può dire in merito alla sua dichiarazione, per la quale la strage di embrioni del San Filippo Neri sarebbe stata evitabile con i controlli? Cosa risponde la Regione?


Circa un anno fa, chiedemmo con un`interrogazione alla Presidente Polverini, come mai non fossero state svolte le ispezioni e rilasciate le relative autorizzazioni ai 51 centri di Procreazione medicalmente Assistita nel Lazio, dato che la legge 40 del 2004 questo prevede. Ma la Presidente Polverini, che aveva detto di voler fare della Regione una casa di vetro, è in realtà un muro di gomma. Anche a questa interrogazione, come alle altre, non è mai stata fornita alcuna risposta.

Certo è che controlli e ispezioni non sono mai stati fatti e ritengo sia del tutto lecito chiedersi se, ove fossero state rispettate da parte della Regione le previsioni della legge 40 in materia di ispezioni e controlli, si sarebbe potuto evitare l`incidente al San Filippo Neri. Solo lo scorso 31 marzo, a danno fatto, la Presidente Polverini ha annunciato, con 8 anni di ritardo rispetto all`entrata in vigore della legge 40 del 2004, l`invio degli ispettori nei 51 centri di Procreazione assistita nel Lazio. Proprio su questo abbiamo depositato un`ulteriore interrogazione per conoscere le motivazioni di questo ritardo e come sono statiutilizzati i soldi destinati alla Regione Lazio annualmente dalla Legge 40/04 per le tecniche di PMA, nonché per sapere come si intende intervenire per il risarcimento del danno causato alle coppie che si erano rivolte al S. Filippo Neri e hanno perso gameti e embrioni anche a causa delle inadempienze della Regione Lazio.
Come si pone il suo partito di fronte all`emergenza casa che sta logorando la regione?

Questa Giunta e questa maggioranza hanno approvato un "piano casa" che, presentato falsamente come semplice aiuto ai cittadini per ampliare magari di una stanza la propria abitazione, nasconde norme che di fatto rappresentano l`ennesimo dazio pagato dai partiti ai costruttori da sempre amici in campagna elettorale.

Il dazio però non lo pagheranno i partiti ma il nostro territorio -usato come merce di scambio - che sarà irreversibilmente sfregiato da speculazioni e milioni di metri cubi di cemento. Noi ci siamo posti e ci poniamo semplicemente in termini radicalmente opposti a quelli dei partiti che formano questa maggioranza che sostiene questa giunta.
L`appuntamento alle urne è vicino. Quali sono gli obiettivi dei Radicali proiettati al 2013?

Per noi è obiettivo ambizioso già quello di far conoscere le nostre proposte, le nostre attività, le nostre iniziative. Le componenti del regime partitocratico stanno scricchiolando sotto i colpi di una crisi
che loro stessi, in 60 anni di regime, hanno determinato con politiche scellerate sul debito pubblico utilizzato come provvista per conservare il potere a colpi di regalie e sprechi finalizzate ad acquisire
clientele stabili tra le mille coorporazioni che formano il tessuto sociale.

E` così che alcuni, anche a sinistra, stanno compiendo operazioni di pure immagine, in stile Berlusconiano, magari proponendo volti nuovi e giovani perché dei loro volti vecchi debbono solo vergognarsi.

Altri, tipo il movimento di Grillo, debbono ancora dimostrare di saper stare dentro le istituzioni senza esserne corrotti. Noi abbiamo un problema diverso, Marco Pannella ed Emma Bonino,
da lustri sulla scena politica hanno sempre dimostrato, con gli altri Radicali, di saper cambiare le istituzioni, magari anche di poco, di un millimetro al giorno, e non di esserne cambiati. E`per questo che già solo il far riflettere gli Italiani su questo punto potrebbe essere rivoluzionario
e perciò troppo pericoloso.