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mercoledì 23 maggio 2012

Ares 118, Rossodivita: servizi di emergenza sanitaria, convenzione CRI Ares 118. La convenzione che forse c’è, ma sicuramente non si vede

Dichiarazione del Consigliere regionale Giuseppe Rossodivita, Capogruppo Lista Bonino Pannella Federalisti europei.



In relazione all’accordo, convenzione o protocollo d’intesa, che sarebbe stato sottoscritto dalla Regione Lazio con la Croce Rossa italiana e per il quale, nel silenzio della Regione e della CRI, continuano a mancare conferme ufficiali - nonostante il deposito lo scorso 18 aprile di una nostra interrogazione a risposta immediata e l’istanza di accesso agli atti, per averne copia, inoltrata in data 27 aprile – questa mattina ho incontrato una rappresentanza della Croce Blu di Guidonia Montecelio.

Dall’incontro è emersa la preoccupazione per il destino delle aziende e degli operatori attualmente impegnati in tale servizio. La vicenda è risalente e come al solito, diciamo che potrebbe non emanare proprio un buon profumo. Sei anni fa la CRI, per assolvere al servizio demandatogli dall'ARES 118, assunse circa un centinaio di persone tramite l'intermediazione di una nota agenzia interinale e sembra che tra gli assunti vi fossero parecchi parenti e affini di dipendenti e dirigenti dell'Ares 118. Alla fine di settembre 2011, quando la Croce Rossa decise di non proseguire nel servizio erogato per l'Ares 118, quest'ultimo dovette rivolgersi ai privati, ai quali fu chiesto di assumere il personale della CRI a quel punto in esubero. I privati così fecero, assumendo con contratti a tempo indeterminato il personale, sopportando ingenti costi e fiduciosi nel fatto che da li a poco sarebbe stata bandita la gara per l'aggiudicazione del servizio.

Ad oggi però, se quanto trapelato circa i contenuti del recente protocollo d'intesa sottoscritto dalla CRI e dalla Regione fosse vero, questo personale rimarrebbe in carico ai privati, posto che a quanto consta la CRI non intenderebbe riassumere nessuno volendo nuovamente rivolgersi a note società di lavoro interinale. E d'altra parte perché mai un dipendente con contratto a tempo indeterminato dovrebbe tornare a fare l'interinale?

Quel che si profila dunque come probabile sono i licenziamenti collettivi o il ricorso alla cassa integrazione; solo così i privati, esclusi dal servizio in ragione dell'improvviso rientro della CRI nella partita Ares 118, potranno evitare la bancarotta. Davvero una gran bella gestione della vicenda che, nella migliore delle ipotesi vedrà ulteriori costi a carico della collettività in forza del ricorso alla cassa integrazione, senza contare i già evidenziati maggiori costi della convenzione con la CRI. In periodo di spending review sulla spesa sanitaria quanto si sta consumando intorno ad un servizio essenziale dal costo complessivo di circa 120milioni di euro in sei anni è da premio Oscar.

E il silenzio assordante dei sindacati – eccetto F.S.I. Ares 118 - anche in relazione alla sorte di questi lavoratori, è da premio Grammy. Spiace dirlo, ma ancora una volta - sperando che la nuova guida della Procura di Roma affidata al dr. Pignatone possa contribuire a diradare qualche nebbia - qualora l'Assessorato alla Sanità non renda pubblico l'atto sottoscritto con la CRI temo sarà necessario interessare l'Autorità Giudiziaria affinché si faccia luce sui troppi punti ancora oscuri.