Dichiarazione dell'avv. Giuseppe Rossodivita, Capogruppo dei Radicali al Consiglio Regionale del Lazio e Candidato
Presidente della Lista “Amnistia Giustizia Libertà”.
Il
senso del ridicolo avrebbe dovuto impedire al sig. Massimiliano
Smeriglio di accostare il veto posto da lui e da Nicola Zingaretti, alla
candidatura
mia e di Rocco Berardo, alla declinata esigenza di rinnovamento.
Per
uno che occupa poltrone istituzionali da un decennio, prima come
Presidente di Municipio, poi come Deputato e ancora come Assessore alla
Provincia
di Roma, senza che la memoria politica del Paese ne conservi vividi
ricordi, sarebbe stato più prudente.
Per la prima volta due anni e mezzo fa io e Rocco Berardo, poco più di 75 anni in due, siamo entrati nelle istituzioni.
Riteniamo
di aver innovato molto di più noi in due anni e mezzo, rendendo
pubblici e trasparenti i finanziamenti dei gruppi regionali del Lazio,
di quanto
Smeriglio e Zingaretti abbiano fatto in tutte le loro lunghe carriere
dentro le istituzioni.
La
Regione Lazio funzionava da sempre così come l’abbiamo trovata noi.
L’aver dato corpo alla trasparenza, come il PD – da sempre in regione –
non aveva
mai fatto, ha determinato la valanga che ha poi portato la Guardia di
Finanza in sette regioni e il Governo Monti ad intervenire con decreto.
Nel Lazio questa situazione ha fatto venir meno equilibri di potere partitocratico e clientelare interni alla burocrazia del PD.
Questa
situazione ha imposto – per le veementi proteste della base del PD nei
confronti del gruppo regionale – il totale rinnovamento di quel gruppo
capeggiato da Esterino Montino che entrava per la prima volta in
consiglio regionale quando io entravo per la prima volta in prima
elementare. Esponenti degli altri partiti della coalizione di Zingaretti
hanno profittato di questa “regola” per "regolare" conti
interni ai loro partiti e perciò ne hanno accettato di buon grado
l’estensione.
Zingaretti
dica la verità, e dica che pur essendo oggi candidato Presidente grazie
a quel che noi abbiamo contribuito a determinare come nessuno aveva
fatto prima, è stato costretto dalla sua base ad azzerare il solo
gruppo del PD, sistemato poi per metà alla Camera e Senato e per metà,
ci scommettiamo, nelle aziende regionali e del parastato.
Zingaretti
non si comporti da cattivo maestro e non insegni ai suoi figli che chi è
trasparente e denuncia il malaffare deve essere vietato e nascosto,
io continuerò ad insegnare ai miei figli a denunciare il malaffare,
solo così ho la speranza che questo nostro paese possa essere realmente
rinnovato.
Spero
di poterlo fare a partire da questa tornata elettorale con l’aiuto di
tutti i cittadini liberi da clientele – pagate con il debito pubblico -
per poter liberare il Lazio con i Radicali della lista “Amnistia Giustizia Libertà”.