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venerdì 6 luglio 2012

Ares 118, CRI, Regione Lazio: 4 domande in attesa di risposta

Dichiarazione del Consigliere regionale Giuseppe Rossodivita, Capogruppo Lista Bonino Pannella Federalisti Europei

Nei giorni scorsi ho proseguito l’attività ispettiva, prerogativa statutariamente prevista per i Consiglieri Regionali, in merito alla vicenda del famoso, forse famigerato, Protocollo d’Intesa siglato tra Regione, Ares 118, CRI. Ho così chiesto all’Ares 118 di inviarmi la bozza di capitolato da loro predisposta ed inviata alla centrale acquisti della Regione, nonché le informazioni relative ai costi sopportati nel 2011 e nel 2012, sino al mese di maggio, per l’affidamento ai privati del servizio in emergenza sanitaria in sostituzione della CRI (precedente affidataria del servizio). In precedenza avevo già acquisito, non senza difficoltà, dato l’ostruzionismo della Giunta, sia il Protocollo d’intesa siglato il 29 marzo tra Regione, CRI, e Ares 118, sia il Decreto n. 70 del 28/05/2012 con il quale il Commissario ad acta, Presidente Renata Polverini, ha revocato il Decreto 88 del 27.09.2011, nella parte in cui demandava alla centrale Acquisti di svolgere le procedure concorsuali per la selezione del contraente ed ha ratificato il summenzionato Protocollo d’Intesa.

Dalla lettura di questi documenti sorgono spontanee, tra le altre, queste 4 domande:

1) perché nel Decreto n. 70 il Commissario sottoscrive che l’importo a base di gara nella bozza di capitolato predisposto dall’Ares e da questi trasmesso alla Centrale Acquisti è pari a 20.350.000,00 mentre nella bozza da noi acquisita dall’Ares, quale copia trasmessa alla centrale acquisti, la somma indicata quale base d’asta, seppur corretta a penna, è di Euro 19.350.00,00, cioè di 165.000 Euro inferiore a quanto assicurato, senza gara, senza dunque possibilità di ribassi, alla CRI?

2) perché, sempre nel Decreto n. 70 il Commissario sottoscrive che a seguito del venir meno dei rapporti con la CRI nel 2011 l’Ares “è stata costretta a rivolgersi ad operatori privati con conseguente aumento dei costi e senza congruo efficientamento del servizio”, se dalle tabelle a noi inviate da Ares 118 risulta che nel periodo ottobre/dicembre 2011 e nel periodo gennaio/maggio 2012 i costi effettivamente sostenuti per i privati oscillano intorno ad 1 milione di Euro al mese, dunque a poco più di 12 milioni di Euro l’anno, con ciò realizzando notevoli economie rispetto a quanto previsto nel Protocollo con la CRI?

3) perché le esigenze dell’Ares 118, che aveva predisposto un bando con 32 postazioni, vengono stravolte dal Commissario ad acta che con il Protocollo assicura 40 postazioni? E' il Direttore Generale dell’Ares che non conosce quali sono le esigenze del servizio d’emergenza sul territorio, o le 8 postazioni in più previste nel Protocollo d’intesa con la CRI non sono affatto necessarie?

4) perché nel Decreto 70, il commissario sottoscrive - dipingendo un quadro sconfortante circa la capacità dell'Ares 118 di individuare le esigenze che sono a fondamento della sua stessa esistenza - che “considerato nel suo complesso, il servizio offerto dalla Croce Rossa italiana appare economicamente più vantaggioso (ndr., cfr. domanda 1), organizzativamente più completo, territorialmente più capillare e qualitativamente superiore rispetto a quello individuato dal capitolato di gara predisposto dall’Ares 118”, senza trarne le dovute conseguenze, nella veste di presidente della Regione in merito alla permanenza del Direttore Generale dell'Ares nel posto dove lei stessa lo ha nominato?

Personalmente, nonostante il periodo di spending review, non nutro troppe illusioni di avere risposte a questi interrogativi – è ancora inevasa l’interrogazione in materia così come una ulteriore istanza di accesso agli atti inviata alla Giunta – ma è bene per ora che i cittadini sappiano, le risposte, forse, saranno altri a fornirle.