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mercoledì 5 ottobre 2011

Criminalità e sicurezza, Rossodivita: basta con la disinformazione pilotata, a Roma solo 13 volanti della polizia pattugliano stabilmente ogni giorno la città, mentre le mafie gongolano grazie al proibizionismo

Dichiarazione del Consigliere regionale Giuseppe Rossodivita, Capogruppo della Lista Bonino Pannella Federalisti europei

Nel corso della seduta odierna della Commissione Sicurezza e Criminalità del Consiglio Regionale del Lazio è emerso uno scenario sconcertante per Roma e per il Lazio. I rappresentanti dei Sindacati di Polizia hanno denunciato tagli devastanti al comparto che, tanto per fare una esempio, consentono al Servizio Volanti di mettere sulla strada ogni giorno, per una città enorme come Roma, solamente 13 volanti della Polizia.

Un dato sconcertante, che fa il paio con quello, pure denunciato dai sindacati di Polizia, relativo alla età media dei poliziotti in preoccupante aumento. Il taglio delle risorse, operato a livello nazionale per 1 miliardo e 800 milioni di Euro, si fa sentire ogni giorno di più e lascia il territorio nelle mani dei criminalità organizzata e non. Esistono interi quartieri di Roma fuori controllo come San Basilio o che, come Centocelle, pagano il pizzo alla criminalità organizzata mentre Roma e il Lazio oramai da tempo sono nelle mani di ‘ndrangheta, camorra, mafia e sacra corona unita.

Parlare di “infilitrazioni” e cercare di minimizzare quel che accade significa non voler mettere in campo le scelte adeguate, politiche ed investigative, capaci di contrastare un fenomeno che mantiene il proprio ‘core business’ nel traffico di droga e che vede Roma quale primo ponte di approdo dei grandi quantitativi fatti pervenire, soprattutto, dalla ‘ndrangheta, dal Sud America.Il proibizionismo scellerato sta foraggiando le mafia con decine e decine di miliardi di Euro che da soli basterebbero a ripianare i conti in rosso dell’Italia.Con questi miliardi di Euro la criminalità organizzata condiziona le attività economiche e finanziare, altera la concorrenza,impedisce lo sviluppo della imprenditoria sana, compra voti per i politici da piazzare nelle amministrazioni locali che, difatti, da parte loro accolgono di buon grado nel territorio di competenza, omettendo qualsiasi azione di controllo, riconosciuti boss e latitanti.

E’ quella politica che poi diventa amministrazione dei soldi pubblici e che commette, spesso in nome e per conto delle mafie, i cd reati dei colletti bianchi (appalti truccati, tangenti, ecc.) che portano altro denaro nelle casse della criminalità organizzata. Il fenomeno, è stato sottolineato durante l’audizione, è antico almeno di venti anni ed è diventato un vero e proprio cancro, che si è sostituito allo Stato, proprio in quel basso Lazio che tanti e determinanti voti ha portato alla Presidente Polverini. Ovviamente si tratta della stessa politica, o meglio degli stessi partiti che, con il proibizionismo, vogliono continuare a garantire alle mafie il loro ‘core business’, che usano il potere per radicare le clientele sul territorio e che vogliono sistemi elettorali basati sulle preferenze individuali per controllare i voti; sono gli stessi partiti che la mattina fanno demagogia sulla sicurezza, agitando randelli processuali contro gli immigrati ed il disagio sociale e che la notte aprono le proprie liste a personaggi notoriamente collegati alla criminalità organizzata e rendono impossibile, con modifiche selettive a specifiche norme del codice di procedura penale, perseguire efficacemente e tempestivamente i reati dei cd colletti bianchi.

Sono gli stessi partiti che non vogliono l’amnistia per continuare a tenere, in nome dell’obbligatorietà dell’azione penale, le scrivanie dei magistrati ingolfate da reati bagatellari commessi dai disagiati sociali recidivi per necessità ed impedire che vengano tempestivamente ed efficacemente accertati i reati di maggior allarme sociale – da sempre esclusi in provvedimenti di amnistia - inevitabilmente destinati alla prescrizione che rappresenta la garanzia certa dell’impunità. Le carceri scoppiano di immigrati e di poveracci, i ricchi colletti bianchi, pur indagati, imputati o condannati sono fuori e qualcuno siede pure su importanti scranni istituzionali, ma a Roma si continua a sparare con 27 omicidi in un anno di cui 9 dalle tipiche modalità mafiose e nessuna traccia dei colpevoli. No, il traffico di tonnellate di cocaina non lo organizzano gli immigrati clandestini in carcere, l’usura, il pizzo, il riciclaggio, l’estorsione, i reati finanziari, gli omicidi mafiosi non sono tipici reati da poveracci recidivi per qualche furto. Sarebbe opportuno e doveroso far conoscere questi dati ai cittadini, chi ci governa questo lo sa benissimo, anche se ogni giorno racconta, a reti e testate unificate, una storia diversa.